Già dal secondo giorno abbiamo iniziato l’attività di scavo con vanghe e cazzuole assieme ai veri archeologi: mentre un gruppo di noi aiutava due restauratrici che lavoravano su un pavimento di età romana (III secolo d.C.), gli altri si occupavano di un complesso di tombe di epoca cristiana (VI-VII secolo d.C.). Il pavimento romano (su cui sonnecchiava perennemente un micione di nome Gatully) presentava una decorazione a mosaico: il lavoro consisteva nel rimuovere, pulire e dividere per colore le tessere che poi sarebbero state riposizionate seguendo fedelmente la trama originaria. Era facile ricostruire la parte geometrica del disegno, basata sulla ripetizione di uno stesso modulo; non era al contrario altrettanto possibile dedurre l’immagine centrale del mosaico. Per lo stile della decorazione, si ritiene che il pavimento appartenesse ad una casa signorile, resta ancora aperta però l’ipotesi che si tratti di un edificio pubblico.(3. continua)